[ Il Crocefisso recentemente oltraggiato e profanato a Venezia, da alcune " risorse" che abbiamo importato in Italia ]
Ho
atteso qualche giorno prima di scrivere il seguente post.
Tutto
come da copione.
Non
si è trattato di mancanza di rispetto nei confronti della vittima. Voleva
essere un modo per riflettere sulla ipocrisia imperante, capace di far morire
due volte i fedeli servitori dello stato perché non fanno comodo al
politicamente corretto. Se a Ventimiglia fosse morto un clandestino irregolare
(giustamente, perché ogni vita e' sacra e bisogna custodirla e salvarla),
sarebbero state già indette fiaccolate, cortei di protesta contro la polizia
"razzista e fascista", si
sarebbe scatenato il finimondo da parte di antagonisti e supporters ideologici
del buonismo radical chic.
Per
non parlare dei twitt strappalacrime,
condivisi come monito affinché il male non avvenga più. Già sarebbe partita la
richiesta, incoraggiata dai media di regime per intitolare un aula a questa
nuova vittima delle forze dell'ordine. Purtroppo non è stato così. Non
sarebbero poi mancate visite urgenti da parte delle più alte cariche dello
Stato, promesse di passaporto e mantenimento vita natural durante per tutta la
famiglia. Il silenzio imbarazzante è la dimostrazione più evidente del crollo
dei valori della società in cui viviamo. Niente sdegno, e nemmeno supporto di
circostanza. La vicinanza alla famiglia del poliziotto è partita nei social
network, da parte di quel popolo che ormai non è più sovrano, secondo quanto
stabilito dalla costituzione.
È
morto solo un italiano, anzi, meno ancora:
un rappresentante delle Forze dell'Ordine. E quindi c'e` il silenzio Non se ne
deve parlare.
La
censura non si ferma. "A Venezia, nelle scorse ore -commenta Giuliano
Guzzo-, quattro donne velate, in una chiesa, hanno sputato sul Crocifisso dopo
che due giovani orientali, ieri, avevano ricevuto la Comunione per poi sputare
la particola e scappare. “
Ora,
non dico una crociata, un processo o una prova di coraggio (sapete com'è:
servirebbe averne), ma un sussulto - davanti a notizie così - era lecito
aspettarselo. Invece, manco la panzana del disagio psichico stavolta:
direttamente il silenzio. Ecco, questo post è per dire che a me, invece, tutto
questo fa inorridire. E chi offende il Sacro offende me, la mia terra, i miei
avi.
E
pure chi non lo difende.
Don Salvatore Lazzara
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